Silvia e Giulia con il giornalista Massimo Moscardi e la pluricampionessa Elisabetta Sancassani

Venerdì mattina presso l’istituto G.Pessina di Como, si è svolto l’incontro organizzato dal CONI di Como “SPORT IN ROSA”. 

La delegata del CONI Como, Katia Arrighi, ha dato il via alla mattinata con il valore del messaggio da trasmettere. “Le donne possono ricoprire ruoli di grande prestigio nel mondo dello sport. Con passione e determinazione si possono portare avanti progetti e raggiungere obiettivi importanti”.

E’ stato un susseguirsi di importanti testimonianze di dirigenti, tecnici e atleti.Ogni testimonianza è stata volta a sottolineare che in ogni ambito sportivo la donna può fare bene, ma si è anche posto l’accento che molto c’è da fare per lo sport in rosa. Ancora troppo poche sono le donne che ricoprono ruoli decisivi nel mondo dello sport italiano.

Le atlete hanno sicuramente catturato più di tutte l’attenzione della giovane platea, raccontando con quanto sacrificio hanno raggiunto risultati.

Per la FICSF, la vice presidente Silvia Vaccani ha raccontato la sua esperienza nelle fila della Canottieri Falco della Rupe Nesso fino ad arrivare in Federazione, sempre con la stessa voglia di mettersi in gioco per il nostro sport e per farlo crescere.

Molto apprezzate le parole della nostra atleta Giulia Minnucci che ha messo in risalto il fatto che si può fare tutto: essere atleta, allenatrice e brillante studentessa!

Questo l’intervento della Giulia:

Sono un allenatrice di canottaggio, ma prima di tutto sono e sono stata un atleta per diversi anni. Esserlo ha cambiato completamente il mio modo di essere e di agire. Iniziò tutto un giorno di inizio ottobre quando io dissi a mia mamma di voler provare a fare canottaggio, lei mi disse “vai pure che tanto duri al massimo due mesi”. Ed ecco la prima sfida. La prima vera sfida. Dovevo dimostrarle che ero in grado di praticare uno sport anche se la maggior parte degli altleti erano ragazzi, eravamo infatti solo due ragazze in società. A dieci anni non potevo ancora realizzare cosa mi avrebbe potuto dare quella sfida a livello personale. Ebbene si sono dieci anni ed io remo ancora, nonostante tutto, nonostante tutti. Secondo me lo sport è il porre continuamente sfide alle persone, dalla più piccola alla più grande. Ecco come giorno per giorno ho lottato affinché mi ritenessero all’altezza di ciò che stavo facendo. Sono passata dall’essere una ragazza insicura, abbastanza timida e che aveva paura persino di chiedere “permesso” per far spostare qualcuno ad essere sicura, determinata e forte. Non perché faccio uno sport “da maschi” ma perché affronto giorno per giorno nuove difficoltà e sono in grado di superarle sempre. Purtoppo ancora non ho i superpoteri, anche se ci sto lavorando, comunque credo che noi, ragazze e ragazzi, possiamo fare qualsiasi cosa noi vogliamo. Perché si, la parola chiave è “volontà “, senza questa nessuno di noi sarebbe qui presente. Noi donne abbiamo un vantaggio rispetto agli uomini, siamo dure come la pietra, non ci butta giù nessuno. Questo non vuol dire che siamo migliori di loro, ma quando ci mettiamo in testa qualcosa troviamo ogni modo possibile per raggiungerla, senza arrenderci. Ed è per questo che oggi sono qui, per raccontarvi come da delle piccole cose si possa ricavare molto, per raccontarvi un piccolo pezzetto della mia vita, grazie al mio sport e a mia mamma che quel giorno mi ha sfidata ora sono una studentessa di scienze politiche che vuole veramente cambiare il mondo. E chiamatemi sognatrice, ma io credo che ce la farò  perché niente e nessuno mi demoralizzerà. Nel canottaggio, come nella vita, per andare avanti bisogna guardare indietro.